Riviviamo la Passione di Gesù secondo Matteo (Mt 26,14-27,66).
Riviviamola non come un fatto del passato, ma con “compassione”, per rinsaldare la nostra fede e seguire Gesù nel compimento della volontà salvifica del Padre. Matteo ci offre soprattutto tre momenti di riflessione: il tradimento, la crocifissione, la sepoltura. Il tradimento:
“Giuda cercava una buona occasione per consegnarlo”. È inutile puntare il dito contro Giuda, i Giudei o i Romani: tutti abbiamo consegnato Gesù alla morte, tutti siamo salvati dalla sua morte.
Anzi, lo scandalo della croce ha colpito per primi proprio “quelli che erano con Gesù”, quelli che dovevano stare con lui, pregare con lui, soffrire con lui.
Lo consegna alle forze del male Giuda per trenta denari, lo consegna Pietro con il suo triplice tradimento, lo consegnano i discepoli “fuggendo e abbandonando il pastore delle loro anime”, lo consegnano i Sommi Sacerdoti, lo consegna Pilato che se ne lava le mani e il popolo che grida:
“Crocifiggilo”. La crocifissione: “È il re d’Israele? Scenda dalla croce, e noi crederemo in lui. Ha confidato in Dio, lo liberi ora, se gli vuol bene, giacché ha detto: sono Figlio di Dio”.
Interessante: il titolo “Figlio di Dio” si intreccia con quello di “re dei Giudei”, che proclama la regalità divina di Gesù. Solo Dio è il vero Re di Israele e Gesù, in quanto Figlio di Dio, è Re di Israele, colui che porta la salvezza al suo popolo. Gesù non scende dalla croce.
Essa è il suo trono regale, da cui scaturisce per ogni uomo che crede la grazia e la salvezza. E per noi, che come il Cireneo portiamo la croce con lui, dalla morte passiamo alla vita, diveniamo con Gesù veri figli di Dio, figli della resurrezione.
La sepoltura: “Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nella sua tomba nuova” (Mt 27,57-66). La sepoltura di Gesù è il nesso profondo tra la morte e la resurrezione; Gesù è veramente morto ed è stato sepolto, per questo egli è veramente risorto (Mt 28,1-20).
È il Kerygma fondamentale della fede: “Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto, e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture” (1Cor 15,3-4). La sepoltura è il segno della morte di Gesù, ma anche della sua resurrezione di tra i morti.
Dal sepolcro sorge la “vita nuova” (Rom 6,3-4). Ma il sepolcro rimarrà sempre un “segno ambiguo”: per chi non crede il sepolcro rimane sigillato e segno definitivo di morte; per chi crede manifesta la potenza rigeneratrice di Dio, che scuote come terremoto la loro esistenza, li apre alla vita nuova dei figli della resurrezione e li rende testimoni di Gesù, il Crocifisso, morto e risorto per noi e per tutti gli uomini.
Un abbraccio affettuoso in Gesù